Intelligenza Artificiale nei Videogiochi: Cosa Ci Aspetta con Kingdom Come Deliverance 2

L’intelligenza artificiale (AI) non è più soltanto una tecnologia riservata ai film di fantascienza o ai laboratori scientifici. Oggi è sempre più presente anche nel mondo dei videogiochi, dove sta trasformando profondamente l’esperienza di gioco. Dai comportamenti realistici dei nemici alla narrazione dinamica, l’AI sta cambiando le regole del gioco — letteralmente. Un esempio interessante è Kingdom Come Deliverance 2, annunciato recentemente con grandi aspettative. Gli sviluppatori, in particolare l’autore e co-fondatore di Warhorse Studios, Daniel Vávra, hanno rilasciato dichiarazioni intriganti sull’uso dell’intelligenza artificiale nel sequel. Ma cosa significa davvero questo per i giocatori? E come l’AI influenzerà i videogiochi nel futuro prossimo?

Che cos’è l’intelligenza artificiale nei videogiochi?

L’intelligenza artificiale, in parole semplici, è la capacità di un software di prendere decisioni in modo “intelligente”, cioè simile a come farebbe un essere umano. Nei videogiochi, questo si traduce in personaggi non giocanti (NPC) che reagiscono in modo realistico, nemici che imparano dal comportamento del giocatore o missioni che si adattano alle scelte fatte durante la partita.

Un esempio classico? Nei giochi stealth (dove bisogna agire di nascosto), un nemico controllato da un’AI semplice potrebbe ignorare completamente una porta aperta. Ma con un’AI più avanzata, lo stesso nemico potrebbe sospettare che ci sia qualcuno nei paraggi, allertare altri soldati e iniziare una vera e propria caccia.

L’AI nei videogiochi oggi: evoluzione e limiti

Negli ultimi anni, abbiamo visto enormi progressi nell’uso dell’AI. Titoli come The Last of Us Part II o Red Dead Redemption 2 hanno mostrato quanto l’AI possa rendere un mondo di gioco più credibile e coinvolgente. Gli NPC in questi giochi non si limitano a ripetere movimenti o frasi preimpostate: vivono, reagiscono, comunicano.

Tuttavia, ci sono ancora limiti. L’AI nei videogiochi viene spesso “semplificata” per garantire un’esperienza fluida. Se un nemico fosse davvero intelligente, potrebbe essere troppo difficile da battere. E poi c’è il problema della potenza di calcolo: più è avanzata l’AI, più risorse servono, specialmente su console.

confronto tra NPC con AI base e AI avanzata

Kingdom Come Deliverance 2: realismo e ambizione

Nel 2018, Kingdom Come Deliverance ha sorpreso tutti con il suo approccio realistico alla vita medievale. Niente draghi o magie: solo spade, fango e difficoltà reali. Il gioco era apprezzato proprio per la sua attenzione al dettaglio storico e alla coerenza.

Ora, con l’annuncio di Kingdom Come Deliverance 2, l’attenzione è altissima. Daniel Vávra ha dichiarato che nel sequel “l’intelligenza artificiale sarà cruciale per migliorare l’immersione del giocatore”. Ma cosa significa in concreto?

Ecco alcune anticipazioni basate sulle dichiarazioni ufficiali: gli abitanti del villaggio avranno una loro routine quotidiana, ma potranno anche cambiare comportamento in base alle scelte del giocatore. Le azioni del protagonista influenzeranno il modo in cui il mondo lo percepisce. Se rubi o menti, gli altri personaggi se ne accorgeranno e ti tratteranno diversamente. I nemici non attaccheranno alla cieca, ma analizzeranno la situazione e agiranno di conseguenza, ad esempio scegliendo di fuggire se sono in svantaggio.

Perché l’AI è così importante in questo gioco?

Nel contesto di Kingdom Come Deliverance 2, l’AI serve a rendere il mondo credibile e coerente. Non si tratta solo di “aggiungere difficoltà”, ma di immergere il giocatore in una realtà viva, dove ogni personaggio ha una personalità e reagisce in modo logico.

Immagina di essere davvero nel 1403. Entri in una taverna e ordini una birra. Il locandiere ti riconosce, ti ringrazia per aver salvato suo cugino nel villaggio vicino e ti fa uno sconto. Questo tipo di interazione — guidata da AI — può rendere l’esperienza molto più personale e memorabile.

schermata di interazione tra giocatore e NPC in Kingdom Come Deliverance

Le dichiarazioni di Daniel Vávra: l’AI non sostituirà la creatività umana

Nonostante l’entusiasmo per l’AI, Daniel Vávra ha anche sottolineato un punto importante: l’AI è uno strumento, non un sostituto della creatività umana.

In una recente intervista, ha detto:
“L’AI può aiutare a generare dialoghi o creare missioni, ma serve comunque un autore che dia senso e coerenza alla storia.”

Questo approccio è molto interessante. Alcuni studi stanno sperimentando AI generative — come ChatGPT — per creare contenuti di gioco in tempo reale. Ma c’è il rischio che i risultati siano freddi, ripetitivi o privi di profondità emotiva. Vávra crede che la vera arte del game design debba restare nelle mani degli esseri umani, con l’AI come supporto.

Il futuro: AI generativa nei videogiochi?

Immagina un videogioco dove ogni missione è diversa per ogni giocatore, dove puoi parlare liberamente con i personaggi e ottenere risposte coerenti, non solo frasi predefinite. Questo è il sogno dell’AI generativa applicata al gaming.

Alcuni progetti stanno già lavorando su questa idea. Ad esempio, i personaggi potrebbero essere alimentati da modelli linguistici avanzati, in grado di rispondere alle tue domande in tempo reale e di adattarsi al tuo stile di gioco.

Ma come dice Vávra, serve equilibrio. Un gioco completamente generato dall’AI rischia di perdere coerenza narrativa. Per questo il futuro più promettente sembra essere una collaborazione tra AI e sviluppatori, dove la macchina assiste, ma la direzione resta umana.

schema di interazione tra AI generativa e game designer

Cosa cambia per i giocatori?

Per il giocatore medio, l’uso dell’AI nei videogiochi significa un’esperienza più ricca, coinvolgente e realistica. Ma anche più personalizzata. Invece di seguire una trama fissa, potresti vivere una storia unica, influenzata dalle tue scelte, dai tuoi errori, e persino dal tuo stile di gioco.

È come passare da un libro che tutti leggono nello stesso modo a un racconto che si scrive mentre lo vivi.

Certo, ci sono sfide. L’AI avanzata richiede hardware potente e uno sviluppo molto più complesso. Ma i progressi sono evidenti, e titoli come Kingdom Come Deliverance 2 mostrano che siamo sulla buona strada.

Conclusione: un nuovo modo di vivere i videogiochi

L’intelligenza artificiale sta cambiando profondamente il mondo del gaming. Non si tratta più solo di “far muovere i nemici in modo più furbo”, ma di creare mondi credibili, vivi e reattivi. Kingdom Come Deliverance 2 promette di essere un esempio concreto di questo cambiamento, offrendo un’esperienza medievale immersiva e intelligente.

Le dichiarazioni di Daniel Vávra ci ricordano però che l’AI è solo uno strumento: la vera magia nasce sempre dalla creatività umana. Il futuro dei videogiochi non è nelle mani delle macchine, ma nella collaborazione tra uomini e tecnologie.